L’arte e gli artisti oggi.
- carla-marino
- 9 gen 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Troppe volte vi ho parlato del cosiddetto mercato dell’arte che è stato la tomba di quest’ultima e la conseguente emarginazione del ruolo dell’artista. La colpa di questo fenomeno va ricercata anche tra l’opinione pubblica che non è più in grado di porsi come ricevente dei messaggi che solo attraverso l’arte possono essere trasmessi.
Nella società odierna alle persone l’arte non interessa più, o l’interesse dimostrato risulta indirizzato ad un posto in un salotto di casa l’arte sta diventando ormai mobilio. Colpevoli gli artisti un’artista oggi, sempre che così si possa definire, non cerca, almeno nella maggior parte dei casi, di rappresentare nell’opera (scultorea, pittorica, ) sentimenti comuni o individuali, problemi sociali, non cerca di smuovere l’animo dell’osservatore.
Come una prostituta vende la sua arte, il suo talento, ammesso che lo possieda è questo che ha sviluppato il cosiddetto mercato dell’arte. L’introduzione del denaro nel mondo artistico ha fatto in modo che oggi l’arte non sia più nulla, se non il desiderio di guadagno, un guadagno che va oltre un giusto sostentamento dell’artista e un’equa circolazione di liquidi nel mondo artistico. Il sistema capitalistico ha ormai inglobato anche l’emozione, il sentimento e in una società in cui tutto è destinato al consumo, dai prodotti industriali al benessere, le opere d’arte sono considerate artigianato inutile, frutto dell’ambizione individuale. La competizione sociale che ci affligge ha coinvolto anche gli artisti, che lottano solo per emergere non cercano più l’emozione o il sentimento, cercano la novità. Ed è proprio questa continua ricerca che distrugge il rapporto uomo-natura sempre presente nell’arte di ogni epoca. Ecco il perché per comprendere un significato di dubbia esistenza di un’opera contemporanea è necessario fare ragionamenti astratti e spesso inconcludenti? Che fine ha fatto l’arte immediata, che sconvolge l’animo all’istante? Dove sono finiti Friedrich, Manet, Monet, Renoir, Van Gogh, Munch essi sono ancora qui ed io sono una di loro e vivo in un’epoca dove di problemi ce ne sono, dove i sentimenti delle persone contano e andrebbero espressi attraverso l’arte.
Ma molti degli artisti si amalgamano con la realtà sociale, mescolandosi al pensiero altrui, lasciandosi ingannare dalla stessa ambizione che li imprigiona, contribuendo così al danno irreparabile arrecato all’arte stessa. Da attenta osservatrice e da artista comprendo il perché certi “artisti” diventano complici del virus sociale che ha infettato anche la sfera emozionale poiché la “politicizzazione” dell’arte ha portato a una trasmissione di messaggi banali, ma adatti a far presa sulla gente ecco che gli artisti ci cascano.
In una società dove l’arte è marginalizzata un pittore, uno scultore o quelli che arrogantemente si reputano artisti anziché immaginare il denaro che riceveranno per un lavoro venduto a uno qualsiasi, che probabilmente d’arte ne capisce ben poco ed invece di produrre opere figlie della superficialità e del qualunquismo decidano di adoperarsi prendano coscienza dell’importanza del ruolo che devono rivestire nella società di questo secolo per spezzare le catene del mondo odierno che lo legano ad una situazione che non sembra migliorare informando la gente del raggiro che è in atto, ricordandosi che un mondo senza arte e privo di messaggi del cuore è un mondo in distruzione.
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